Prima regola : “ CHI COMANDA SIAMO NOI “. Far capire al cane che lui non è un capo, non vi comanda e che è l’ultima ruota del carro familiare. Dovete diventare proprietari benevoli e nello stesso tempo coerenti ed autorevoli.
Per una sua crescita equilibrata il periodo che và dalla sesta settimana di vita ai sei mesi è il momento più delicato infatti viene chiamato età della “ SOCIALIZZAZIONE “:
* contemporanea all’atto che si vuole punire (massimo dopo 1 – 2 secondi)
Come deve essere
Affinchè ogni atto sia correttamente compreso dal cane : punire l’atto scorretto immediatamente e cercare di far fare l’atto corretto, ricompensandolo calorosamente se lo esegue correttamente.
Seguire tutti i punti elencati facilita l’inserimento del cucciolo nella nuova famiglia-branco, favorendo attraverso alcuni nostri comportamenti, stabilità e sicurezza. Se il cucciolo apprende ciò che può fare e ciò che non può fare sarà dotato di maggior stabilità caratteriale e serenità.
Dr. Luca Chiesi
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Le piante tossiche più pericolose per i gatti
Molte comuni piante da appartamento e da giardino se ingerite dai gatti possono essere tossiche e causare gravi disturbi, fino alla
morte. Se non si è sicuri dell'innocuità delle piante, è opportuno disporle in luoghi inaccessibili ai gatti o eliminarle. Anche piante innocue possono rappresentare un pericolo se vengono trattate
con sostanze tossiche, come concimi o antiparassitari. Sono tossiche anche molte piante selvatiche, a crescita spontanea. In genere i gatti tendono ad ingerire piante tossiche quando sono rinchiusi
in appartamento e non hanno la possibilità di accedere all'erba, che normalmente i gatti in libertà ingeriscono regolarmente. In mancanza di alternative, i gatti d'appartamento rivolgono la loro
attenzione alle sole piante che hanno a disposizione.
Le piante velenose vengono classificate sia in base al loro grado di pericolosità (a tossicità lieve, moderata e grave), sia in base al tipo di conseguenze che provocano nell'organismo. Alcune piante producono solo effetti locali (tossicità locale): gonfiore, irritazione, dermatiti, ulcerazioni delle parti con cui vengono a contatto (soprattutto labbra, bocca e lingua). Altre presentano tossicità sistemica perché, quando vengono ingerite, provocano intossicazione generale dell'organismo. La pericolosità dipende dalla concentrazione dei principi attivi nelle parti velenose e dalle quantità ingerite. In alcune piante sono velenose solamente alcune parti, come i fiori, le bacche, le foglie, i semi. In presenza dei sintomi da intossicazione o avvelenamento, o se si assiste all'ingestione, è necessario rivolgersi prontamente al veterinario. È utile poter riferire il nome della pianta che ha causato il problema.
Gigli
I gigli (Lilium spp.) sono altamente tossici per i gatti. L'ingestione
di quantità anche molto piccole di queste piante può causare gravi danni renali.
Entro poche ore di ingestione il gatto può presentare vomito, letargia e mancanza di appetito. I sintomi peggiorano man mano che procede il danno ai reni. Senza un adeguato e tempestivo trattamento
veterinario, il gatto può sviluppare un'insufficienza renale in 36 – 72 ore.
Marijuana
L'ingestione di Cannabis sativa negli animali da compagnia può provocare depressione del sistema nervoso centrale, incoordinazione, vomito, diarrea, salivazione, tachicardia (aumento della frequenza cardiaca), convulsioni e coma.
Cycas revoluta
Tutte le parti della palma ornamentale Cycas revoluta sono velenose, ma la maggior quantità di tossina è contenuta nei semi o "noci". È sufficiente l'ingestione di appena uno o due semi per causare effetti molto gravi, che includono vomito, diarrea, depressione, convulsioni e insufficienza epatica.
Bulbi di tulipano e narciso
I bulbi di tulipano e narciso contengono tossine che possono causare intensa irritazione gastrointestinale, salivazione, perdita di appetito, depressione del sistema nervoso centrale, convulsioni e disturbi cardiaci.
Azalea e rododendro
Le piante del genere Rhododendron spp. contengono sostanze tossiche che possono causare vomito, salivazione, diarrea, debolezza e depressione del sistema nervoso centrale. Un'intossicazione grave può causare coma e morte per collasso cardiovascolare.
Oleandro
Tutte le parti dell'oleandro (Nerium oleander) sono considerate tossiche, poiché contengono glicosidi cardiaci che possono provocare gravi effetti — compresi irritazione del tratto gastrointestinale, problemi cardiaci, ipotermia e anche la morte.
Ricino
Il principio velenoso del ricino (Ricinus communis) è la ricina, una proteina altamente tossica che può produrre forti dolori addominali, salivazione, vomito, diarrea, sete eccessiva, debolezza, perdita di appetito. Nei casi gravi di intossicazione compaiono disidratazione, tremori, convulsioni, coma e morte.
Ciclamini
Tutta la pianta di ciclamino è tossica; la concentrazione maggiore di sostanze tossiche si trova nelle radici. Se consumati, i ciclamini causano una forte irritazione gastrointestinale, con vomito intenso. L'intossicazione può anche essere letale.
Kalanchoe
Questa pianta contiene sostanze che possono produrre irritazione gastrointestinale, e altre che sono tossiche per il cuore e possono causare gravi alterazioni di frequenza e ritmo cardiaci.
Tasso
Il tasso (Taxus baccata) contiene un componente tossico conosciuto come taxina, che ha effetti sul sistema nervoso centrale, come tremori, incoordinazione e difficoltà respiratoria. Può anche provocare significativa irritazione gastrointestinale e insufficienza cardiaca, anche mortale.
Amaryllis
Sono comuni piante ornamentali; contengono tossine che possono provocare vomito, depressione, diarrea, dolori addominali, salivazione, anoressia e tremori.
Colchico d'autunno
Il colchico d'autunno (Colchicum autumnale) o zafferano falso è una pianta erbacea spontanea. La sua ingestione di può causare irritazione orale, vomito emorragico, diarrea, shock, danni agli organi interni e soppressione del midollo osseo.
Crisantemo
Tutte le parti della pianta contengono sostanze tossiche dette piretrine, che in caso di ingestione possono produrre disordini gastrointestinali, come salivazione, vomito e diarrea. Nei casi più gravi si osserva depressione e incoordinazione.
Edera
L'edera (Hedera helix) contiene saponine triterpenoidi che, in caso di ingestione possono causare vomito, dolori addominali, ipersalivazione e diarrea.
Spatifillo
Lo spatifillo o pianta cucchiaio (Spathiphyllum) contiene cristalli di ossalato di calcio che possono causare irritazione orale, salivazione eccessiva, vomito, difficoltà di deglutizione, bruciore e irritazione di bocca, labbra e lingua in caso di ingestione.
Pothos
I pothos (Scindapsus ed Epipremnum) sono piante da appartamento molto comuni. Se masticate o ingerite, possono causare irritazioni e significativo gonfiore dei tessuti orali e di altre parti del tratto gastrointestinale.
Schefflera
Le piante ornamentali del genere Schefflera contengono cristalli di ossalato di calcio che possono causare irritazione orale, salivazione eccessiva, vomito, difficoltà di deglutizione e intenso bruciore e irritazione di bocca, labbra e lingua dopo l'ingestione.
Mughetto
Il mughetto (Convallaria majalis) è una pianta molto pericolosa: sono tossici i fiori, le foglie e i frutti (bacche rosse). La sua ingestione può essere mortale ed è pericolosa anche solo per contatto. I sintomi sono dati da vomito, disturbi cardiaci bassa pressione sanguigna, disorientamento, coma, convulsioni.
Ranuncolo bianco o anemone di bosco
Il ranuncolo (Anemone nemorosa) è una pianta ornamentale molto tossica in tutte le sue parti. Può causare irritazione locale, depressione respiratoria e cardiocircolatoria
Dr. Luca Chiesi
La cavia come l’uomo non possiede l’enzima necessario alla sintesi della Vit.C.
La carenza di Vit. C è causa di patologie dentali, muscolari e cutanee.
Il fabbisogno di Vit.C è pari 15-20 mg/kg e raddoppia in corso di malattie o gravidanza.
REGIME ALIMENTARE CORRETTO:
-3-4 cucchiaini di pellet (20% prot. 16% fibra)
-Una razione abbondante di piante o ortaggi (lavati e asciugati)
-Fieno di buona qualità a volontà
-Acqua fresca e pulita
La cavia ha bisogno di avere libero accesso ad una grande quantità di fieno xkè mastica continuamente. La dieta di una cavia giovane deve essere più varia possibile pechè durante l’accrescimento stabilisce le sue abitudini alimentari difficili poi da cambiare.E’ così abitudinaria che può rifiutarsi di bere se si cambia abbeveratoio.
Le verdure e la frutta vanno introdotte gradualmente, allo scopo di evidenziare eventuali intolleranze e la loro quantità giornaliera non deve eccedere 2-3 cucchiaini di caffe.
Premi che si possono distribuire in quantità ragionevoli: frutta secca, semi di girasole, nocciole, mandorle e noci.
Sono animali erbivori, il che significa che la loro alimentazione deve comprendere solo frutta e verdura fresca, erba fresca, fieno e, solo occasionalmente, pellet a base di erba. L'alimentazione della cavia è in tutto simile a quella del coniglio, ad esclusione di un'eventuale integrazione di vitamina C.
E’ importante:
Di seguito l’elenco (non esaustivo) della frutta e della verdura adatti all'alimentazione della cavia:
Lattuga romana, prezzemolo, sedano, cavolfiore, cavolo verde e nero, broccoli, cavolini di Bruxelles, crescione, bietole (erbette), coste, peperoni dolci, catalogna, foglie di cavolo rapa, spinaci, barbabietole, radicchio/trevigiana/chioggia, indivia, belga, carote, pomodori, cicoria, fagiolini verdi (cornetti), carciofi (senza spine), zucca, zucchine, basilico, salvia, rosmarino, menta, timo, maggiorana, origano, mele, pere, albicocche, prugne, ciliegie, pesche, banane, uva, ribes, uva spina, fragole, melone, anguria, kiwi, arancio, trifoglio, tarassaco (dente di leone). |
Il fieno deve essere disponibile in quantità illimitata (è molto importante per la salute della cavia, sia per l’apparato digerente, sia per mantenere i denti alla corretta lunghezza). Scegliete un tipo di fieno comune, che non sia composto solo da erba medica perchè è molto ricca di calcio e un eccesso di questo minerale può causare problemi se somministrato troppo frequentemente. Provate molte marche differenti finchè non trovate quello che la cavia preferisce. Un buon fieno deve essere poco polveroso ed essere piacevolmente profumato. Scartate decisamente le confezioni con tracce di muffa o odore di vecchio. Una buona soluzione è procurarsi del fieno fresco da un contadino di fiducia.
L’erba fresca si può somministrare alla cavia durante la bella stagione, raccogliendola preferibilmente in campi destinati alla produzione di foraggio per gli animali, perchè contengono la migliore varietà di erbe possibile. Non raccogliere erba sui bordi delle strade o dei campi coltivati per alimentazione umana, a rischio di inquinamento e diserbanti. Non conservate mai l’erba fresca in sacchetti di plastica perchè rischia di fermentare o produrre muffe e tossine pericolose per gli animali: se la volete tenere per più di un giorno in casa allargatela su un piano di legno, alla luce e all’aria in modo che appassisca e si secchi naturalmente e rivoltatela spesso, diverse volte al giorno.
Il pellet (cioè il mangime composto di piccoli cilindretti verdi) deve essere somministrato alle cavie solo occasionalmente come “premio” ad esclusione dei casi in cui la cavia presenta patologie o condizioni particolari, sotto indicazione del veterinario. Il mangime deve avere queste caratteristiche:
La cavia non è in grado di sintetizzare la vitamina C. Normalmente una dieta ricca di frutta e verdura non causa carenze di questo tipo. In casi particolari (gravidanza, allattamento, malattia o convalescenza) è comunque opportuno provvedere ad un’integrazione diretta tramite Cebion (pediatrico, 3-5 gocce al giorno) e verdure particolarmente ricche di questa vitamina (peperoni, prezzemolo, cavolo...).
Se usate le gocce non aggiungetele all’acqua del beverino perchè la vitamina C si disattiva rapidamente e diventa inutile molto prima che la cavia finisca l’acqua nel beverino: meglio somministrare le gocce direttamente in bocca, se la cavia non si ribella, oppure “spalmate” su una foglia di insalata.
Dr. Luca Chiesi
AMBULATORIO VETERINARIO DR. LUCA CHIESI
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